Viabizzuno report, n°16 (2007)
Un locale nella spiaggia, un punto di ritrovo, un ristorante, un bar, un luogo di richiamo: questo è touch. Si tratta di una struttura architettonica, che ha privilegiato una soluzione stilistica moderna, ponendo grande attenzione alla cura dei particolari per ottenere uno spazio dalle caratteristiche sia estetiche che funzionali. È caratterizzato da due zone: da una parte uno spazio accogliente, raffinato, coinvolgente, dall’altro un locale versatile, adattabile a esigenze diverse. La forma architettonica è frutto dello studio del luogo, è mossa dalla volontà di adattarsi alle conformazioni di un sito caratterizzato dalla spiaggia lavorata dal mare, dall’incerta lingua di terra in precario equilibrio che evoca un nastro che si inviluppa, un corpo estraneo posatosi come un petalo su una dimensione terrestre desiderosa di accogliere nuove esperienze e nuove culture. La ricerca spaziale rende l’ambiente stimolante e di grande prestigio, con l’evidente intento di adeguarsi a più funzioni nell’arco della giornata, a clientele di tipo diverso, a panorami distinti: il mare da una parte e un ulivo saraceno dall’altra. L’atmosfera che si respira è fortemente connotata dalla presenza di soluzioni di continuità tra ambiente costruito e natura circostante: ampi spazi visivi, una vetrata sull’orizzonte, una copertura costituita da un involucro in legno che si raccorda con i materiali naturali del pavimento. Il locale poggia su una base in legno che separa la struttura dalla spiaggia: si tratta di una zattera, di un dovuto cambio di quota, non di una separazione con l’intorno, tant’è che la sua collocazione ci regala un unicum luminoso e originale tra salotto e mare. Di giorno, alla luce del sole, i vetri riflettono l’acqua, il cielo, gli alberi: l’organismo architettonico si stempera e si confonde con l’atmosfera del luogo. Di notte diventa un grande oggetto luminoso, una presenza che si impone senza però violentare l’intorno. La luce è stata studiata in modo da integrarsi con tutti questi presupposti progettuali: accentuare la versatilità dell’ambiente, adeguarsi, accompagnare lo sguardo dal paesaggio alla costruzione, creare ambienti intimi, esaltare il rapporto tra spazio architettonico e natura. Il cubo doccia montato all’esterno che illumina il percorso ed esalta la luce della luna che si specchia sul mare è l’esempio di questo modo di intendere la progettazione di luce in un ambiente marino nato per vivere soprattutto sotto la luce naturale del giorno, ma che deve essere capace di connotarsi anche nel buio della notte. L’edificio muta assetto e sembianze anche al volgere delle stagioni: d’estate si apre per accogliere la spiaggia diventando un prolungamento dello stabilimento balneare e d’inverno acquista caratteri più intimi e sofisticati; le sembianze cicliche dell’edificio, il suo mutare immagine e funzione al mutare delle stagioni, ne richiama una qualità singolare, legata alle categorie del provvisorio e dell’effimero che denotano tradizionalmente l’architettura balneare.
MAGAZINE
Viabizzuno report
YEAR
2004